Io vengo da una famiglia italiana al 100% anche se la mia mamma ai tempi che furono passo’ qualche anno a Londra come AuPair. I miei genit...

Bilinguismo a modo mio Storie quotidiane di una famiglia bilingue (Parte 2)

By 09:00 , ,


Io vengo da una famiglia italiana al 100% anche se la mia mamma ai tempi che furono passo’ qualche anno a Londra come AuPair. I miei genitori lavoravano a stretto contatto con le basi americane e spesso da molto piccola i miei compagni di gioco erano i figli di clienti ed amici incontrati lì. 
Nelle foto dei primi compleanni spicca sempre un bel mix di etnie diverse. Nonostante questo pero’ tra le nostre mura l’italiano era la lingua usata con l’eccezione dei film serali in Inglese che spesso io ed i miei fratelli guardavamo con i nostri genitori.

Non credo che i miei genitori si siano mai posti il problema su come e quando ci avrebbero insegnato l’inglese, ne tanto meno si sono mai preoccupati di informarsi se esistessero teorie per facilitarne l’apprendimento. L’unica cosa concordata era che l’inglese poteva darci una marcia in piu’ nella vita.
Arrivata alle elementari le circostanze sono un pochino cambiate, gli amichetti americani seguivano i loro genitori negli spostamenti ed i contatti si sono diradati. Il seme dell’inglese pero’ aveva attecchito. Alle medie l’apprendimento della seconda lingua mi e’ risultato facile ed immediato. Una prima vacanza studio l’estate della terza media, insegnanti madrelingua al liceo, e grazie ad una seconda estate questa volta passata in Florida mi hanno dato una buona padronanza della lingua.
A meta’ della seconda liceo ho deciso (fortemente incoraggiata da genitori lungimiranti) di voler partecipare ad un programma di scambio culturare, questo si e’ avverato all’inizio della quarta. Sono cosi’ partita verso un piccolo paese del Colorado ed una famiglia che e’ diventata tale e con la F maiuscola; i miei figli li chiamano nonni tanto e' forte il rapporto instaurato! 
Il mio girovagare per il mondo Anglosassone e‘ iniziato in quel momento in parallelo con il raggiungere la fluenza: la lingua e’ una cosa viva e da tale arrivati ad un certo punto deve essere vissuta giornalmente. 
Alla fine dell’anno accademico ho deciso di proseguire all’universita’ e mi sono unita ai miei fratelli che gia’ frequentavano un college in Nord Carolina. Finiti i cinque anni universitari, da brava Nerd ho proseguito verso un Master, questa volta in Inghilterra, ad Exeter. Quindi con un passato accademico prettamente in Inglese non c’e’ da sorprendersi se spesso mi trovo piu’ a mio agio a scrivere in inglese piuttosto che in italiano. Le mie compagne di questa avventura telematica sono infatti ormai abituate al mio Italiese, fonte certa di grosse risate!
Un paio di anni a Londra per lavoro, poi un lutto in famiglia mi ha riportata in Italia, giusto il tempo di sentirmi un pesce fuori d’acqua, accavallare qualche delusione professionale e sentimentale e poi via nuovamente questa volta per l’Irlanda. E’ stato li che dopo quattro anni spesi a lavorare come un mulo tantissimo il destino mi ha fatto conoscere quello che sarebbe diventato il mio migliore amico e l’amore della mia vita. L’Ingegnere, che e’ sorprendentemente italianissimo (ma su lui ed il resto della famiglia parlero’ piu’ avanti) dopo pochissimo mi ha posto la fatidica domanda e cosi’ con gli occhietti a cuoricino, felice di rivedere il sole che tanto mi mancava, ho impacchettato le mie cose e mi sono trasferita in italia. Nessuno si immaginava che dopo tre anni e due figli proprio l’Ingegnere sarebbe tornato a casa una sera e mi avrebbe detto…”Amore, ti ricordi la maga malefica che ti aveva detto che lei ti vedeva in Irlanda per un lungo periodo? Ecco vedi….”. Vado, un Leprecano mi bussa alla porta!



Scritto da Mirella

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