Foto: www.politicaltheology.com Da sempre mi sono detta che se avessi avuto un figlio avrei fatto del mio meglio per tramandare l’ing...

Storie quotidiane di una famiglia bilingue (Parte 1)

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Foto: www.politicaltheology.com
Da sempre mi sono detta che se avessi avuto un figlio avrei fatto del mio meglio per tramandare l’inglese.

Ho vissuto quasi interamente la mia vita da adulta in paesi anglofoni, con l’eccezione di pochi intervalli italiani.

Ancora oggi spesso mi ritrovo a sentirmi piu’ a mio agio a scrivere in inglese che in italiano, quindi e’ chiaro che per noi l’insegnamento della lingua e’ arrivato in modo del tutto naturale, sin dalle prime ninnananne, letture e giochi.
Al contrario di alcune famiglie molto piu’ preparate, noi non ci siamo mai posti il problema di metodi e studi, semplicemente eravamo ignari che ci fossero. Mi vergogno quasi a dire che ho solo di recente scoperto cosa sia OPOL

Per noi la cosa e’ stata veramente semplice dal primo giorno, Mamma parla inglese quasi meglio dell’Italiano, Mamma leggera’ ed interagira’ con voi in inglese quando e’ possibile… con un ma, le coccole e le paroline dolci in italiano perche’ cosi’ mi viene!
Il destino ha voluto che ci si trasferisse nell’isola dei Leprechaun quando Gattila aveva due anni e mezzo (ed in pieno sviluppo del linguaggio) mentre Minu solo 7 mesi. 

Quindi il maggiore si e’ ritrovato catapultato improvvisamente in una realta' anglofona. 

L’inserimento all'asilo e la sua totale mancanza di timidezza  gli hanno permesso di raggiungere un buon livello di inglese in soli 8 mesi. 

Detto questo, in casa ci siamo dovuti improvvisamente porre la domanda di come sviluppare invece l’italiano! 

I ruoli si sono semplicemente invertiti: dove i cartoni venivano messi esclusivamente in inglese ora si cercano in italiano. 
Le nonne vengono reclutate per gite perlustrative in libreria alla ricerca di bei libri in italiano, meglio se da autori italiani perche’ io non sono una fan delle traduzioni. Per finire la regola che vige in casa, "regola" vissuta in maniera molto naturale e’ il parlare ed interagire tra di noi in Italiano con l’esclusione di quando si stanno facendo i compiti.
Certamente non c’e’ nulla di sorprendente che Gattila, cresciuto in questo ambiente, abbia un buon vocabolario in entrambe le lingue, che le sappia distinguere egregiamente per i suoi “non ancora cinque anni” e che passi da una all’altra (a volte mischiando un po’) in modo molto disinvolto. 

Meno naturale, anzi sbalorditiva, trovo l’assimilazione della lingua di Minu.
La signorina in questione, dall’alto dei suoi 32 mesi, non e’ ancora all'asilo e passa gran parte della giornata con me. Si potrebbe pensare che il suo inglese si fermi alle poche parole apprese qua e la. Ma non e’ cosi’ infatti grazie alle canzoni, cartoni ed alle letture inglesi del mattino e grazie al fatto che il fratello gioca con lei parlando inglese, e forse anche da una naturale predisposizione (e’ femmina in tutto e per tutto) ecco che lei l’inglese non solo lo capisce ma lo parla pure, prediligendolo all’italiano.  Certamente anche lei mischia le lingue un pochino, tendendo a pronunciare la parola nella lingua che le risulta piu’ facile. 


Foto:http://pomparents.com/
Per ultimo vorrei anche introdurre il quarto protagonista di questa famiglia, l’ingegnere. Perche’ non vogliamo dimenticare che anche lui sta vivendo un bilinguismo tardivo. 

Lui infatti e’ partito per questa nostra meta anglofona con una base di inglese, non certamente superiore di tanto a quello insegnato alle superiori e proseguito alla facolta' di Ingegneria. 

Due anni vissuti a contatto con gli indigeni ed una moglie rompiscatole pignola che lo corregge sempre, lo hanno portato a sapersi destreggiare egregiamente. Certo avere i propri figli che ti correggono la pronuncia sghignazzando puo’ motivare….
Scritto da Mirella

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