Gli errori del bilinguismo
Volevo iniziare questo post dando una definizione di bilinguismo, che esiste e potrebbe essere "la capacità di usare due lingue", ma da questa definizione si potrebbero ricavare tantissime sfumature di bilinguismo, sfumature condizionate da diverse variabili.
C'è la variabile del tempo: c'è chi è bilingue dalla nascita perché è esposto a due lingue differenti fin dai primi giorni di vita e chi diventa bilingue con l'ingresso in un sistema scolastico differente da quello della lingua madre (questo il caso dei miei figli e di molti espatriati) e chi diventa bilingue da adulto, studiando una seconda lingua.
C'è la variabile del contesto: c'è chi diventa bilingue in casa, perché i genitori parlano una seconda lingua, chi diventa bilingue a scuola, chi in una determinata società , chi nell'ambiente lavorativo.
C'é la variabile del livello: ci sono persone che parlano la seconda lingua ad un livello basico, altri che padroneggiano la lingua in maniera completa, c'è chi sa scrivere e leggere in entrambe le lingue e chi è carente in uno dei due aspetti.
Essere bilingue può avere significati diversi per diverse persone in diversi contesti.
Io ho avuto a che fare con il bilinguismo in prima persona, ne avevo parlato qui, mentre i miei figli hanno incontrato il bilinguismo in Francia e da settembre del 2014 si trovano alle prese con l'inglese qui in Inghilterra.
Hanno cambiato tre scuole in pochi anni, hanno incontrato tante maestre, alcune buone altre meno buone e con la loro esperienza abbiamo imparato tanto sul bilinguismo ed in particolare ho capito che ci sono errori che vanno evitati, assolutamente.
Vi racconto qui gli errori più comuni che ci siamo trovati ad affrontare nella nostra esperienza scolastica in Francia (qui in Inghilterra l'approccio al bilinguismo è totalmente diverso e più strutturato) e nel confrontarci con altre famiglie che come noi hanno a che fare con il bilinguismo.
Il fatto che i miei figli parlassero due lingue ha sempre fatto sorgere dubbi e perplessita' e l'idea che potessero confondersi, far fatica a comprendere, solo perché bilingue, era un luogo comune con il quale mi sono scontrata.
Non c'è niente di più sbagliato, il bilinguismo non può che essere un vantaggio.
Il bilinguismo è un vantaggio perché permette di comunicare con persone appartenenti a comunità differenti e capirne la cultura. Il bilinguismo che avevano già , francese-italiano, li ha aiutati nell'apprendere velocemente anche l'inglese.
Ogni bambino, bilingue o monolingue che sia, ha il suo ritmo, le sue tempistiche d'apprendimento della lingua, che sia una o che siano più.
Ci sono bambini monolingue che parlano comunque più tardi rispetto ad altri. I miei tre figli sono cresciuti in un contesto culturale simile, esposti inizialmente al francese, adesso all'inglese e tutti e tre hanno avuto ritmi differenti nello sviluppo del linguaggio.
Questa è una delle cavolate più grosse che mi sono sentita dire durante il primo anno di scuola materna di mio figlio maggiore in Francia.
Secondo l'educatrice avrei dovuto smettere di parlargli in italiano per lasciare spazio solo al francese. Meno male non mi è mai balenato per la testa di farlo, ho continuato con l'italiano, senza mai smettere d'aiutarlo con il francese nel momento dei compiti o del gioco con gli amichetti.
Una delle insegnanti che si occupa dei bambini bilingue qui nella scuola in UK mi disse chiaramente, durante uno degli utilissimi "coffee morning" per i genitori, che se un bambino ha padronanza, capacità d'espressione e vocabolario nella sua lingua madre, non avrà problemi con una seconda lingua, motivo per cui qui ci spronano un sacco nel tenere vivo l'italiano.
Quando un bambino conosce un concetto nella sua lingua madre facilmente assimilera' le parole inglesi che hanno lo stesso significato. In più se conoscono bene la struttura grammaticale della loro lingua madre apprenderanno facilmente le differenze e le similitudini della seconda lingua.
In tutto questo discorso è importante che il genitore parli la lingua che conosce meglio, che gli torna più naturale.
Un bambino apprende il linguaggio dal genitore, se il genitore si trova a suo agio con quella lingua, ma se il genitore parla la lingua che non conosce bene, senza ricchezza di vocabolario, allora il bambino, oltre a perdere l'opportunità di imparare la lingua madre, non svilupperà bene il linguaggio neppure nella seconda lingua.
L'ho vissuto sulla mia pelle, assolutamente no!
I miei genitori hanno continuato a parlarmi in francese anche se io mi rifiutavo di parlare e rispondere in quella lingua. Anni e anni di francese sentito mi sono entrati dentro e quando e' stato il momento di tirarlo fuori, era lì pronto e fluente. Per cui per quei genitori che vogliono avvicinare i loro bambini all'inglese ci vuole perseveranza. Anche se il bambino non dà feedback, magari non dà segni di interesse, continuare a esporlo a quella lingua prima o poi fara' vedere i suoi benefici, magari dopo anni e anni, ma prima o poi arriveranno. L'importante è che non sia mai una forzatura.
Il bilinguismo non è sempre facile (delle difficoltà ho parlato qui), non viene accettato da tutti i bambini nello stesso modo ed è un percorso in salita, percorriamolo insieme a loro, tenendoli per mano, con comprensione, perseveranza e gioia e senza forzature.
Scritto da Fabiana - MammaFarAndAway
6 commenti
Concordo con te al 1000 %. Lo dimostra mia figlia, bilingue perche` nata negli USA, cresciuta in un ambiente familiare dove entrambi i genitori le hanno parlato sempre e solo un italiano corretto, che non ha iniziato dopo a parlare, ma ha avuto ( come e` normale..specialmente negli anni delle medie) un rifiuto dell'italiano perche` non si voleva sentire diversa. Per fortuna ha avuto sempre insegnanti intelligenti che hanno capito la sua importanza anche nel contesto della classe, come la sua presenza multiculturale potesse arricchire anche gli altri e non hanno mai represso la sua "diversita`.Noi abbiamo continuato imperterriti e ora lei parla, scrive e legge le due lingue in modo corretto. Quello di cui si "lamenta" ora che e` all'universita` e di non avere in italiano la stessa qualita` di vocabolario che ha in inglese..ma e` naturale che quando si fanno le scuole in un paese, si acquisisca un vocabolario piu` ricco in quella lingua. Io tutto il vocabolario scientifico ce l'ho in Italiano..in Inglese capisco un articolo scientifico solo se lo leggo, perche` riesco a capire dalla scrittura di cosa si tratta..non da come una parola viene pronunciata...e non sarei in grado di parlarne in inglese
RispondiEliminaGrazie mille Claudia per la tua testimonianza, questo arricchisce il nostro post!
EliminaIo sto vivendo la tua stessa situazione adesso con i miei bimbi, che parlano benissimo italiano ma che sento piano piano acquisire un sempre maggiore vocabolario in inglese e qualche volta "perdono" la parola in italiano. Sara' una bella sfida per tutti! :)
Non farglielo pesare, non dirgli "hai sbagliato" o"questo e` un errore". Ripeti quello che ti hanno detto in modo corretto e loro ti copieranno. Se dicono una parola in inglese in mezzo ad una frase in italiano, perche` non la sapeva io la ripetevo corretta. tipo:" mamma sono andata alla gym oggi". ed io" ah si`? sei andata in palestra, brava! e` divertente andare in palestra...." con me ha funzionato..certo e` un lavoro :non devi farne mai passare di errori perche` allora cominciano ad infilarne e per pigrizia non provano piu`...la prima lingua diventa seconda lingua e poi si perde...non lo vogliamo vero? e quando CERCAVA di parlarmi in inglese iole divevo" non capisco"
EliminaSiamo sulla stessa lunghezza d'onda. Proprio oggi la piccola di casa mi diceva "mamma io gioco con le girls perche' i boys sono gia' amici" ed io a ribattere "vabbe' puoi giocare anche con i maschi e poi con le femmine...". Ci vuole perseveranza e so che a un certo punto sara' piu' difficile, ma credo d'essere sulla strada giusta! Grazie ancora per la tua testimonianza. Fabiana
EliminaCiao Fabi! Scusami ma io mi sento di spezzare questa volta una lancia in favore della scuola francese che ha frequentato e sta frequentando Anna. A noi non è mai stato detto nulla di tutto ciò da nessuna maestra, anzi!! Quelle degli ultimi 2 anni di materna ci hanno confermato che il bilinguismo è per lei una fortuna e mai ci è stato consigliato di abbandonare la nostra lingua materna a casa (anche perché non avremmo nemmeno preso in considerazione l'idea!!) La maestra dell'anno scorso ci ha addirittura consigliato di iniziare a dare nozioni di lettura in italiano, visto che la piccola sembra essere molto ricettiva. Al francese avrebbe pensato la scuola. A questo bisogna aggiungere che Anna non ha mai avuto nessun tipo di problema linguistico, vedremo come andranno le cose con Alessio che, invece, sembra si rifiuti di parlare francese con la sua nounou e che tra un anno entrerà alla materna. Qui a Biot gli insegnanti sono abituati ad avere bambini bilingue. In classe di Anna ce ne sono 3 e tra i genitori dei bimbi delle altre classi ce ne sono tantissimi che sono stranieri.
RispondiEliminaTi ho già detto cosa penso della vostra esperienza francese, credo che siate stati semplicemente molto sfortunati, ma ci tengo anche a dire che la nostra esperienza con la scuola francese a Biot per ora è molto positiva.
Grazie Fabio per la tua testimonianza. Avrei tanto voluto trovare le maestre che ha Anna adesso e spesso mi sono chiesta "perche' tutte a noi?".
EliminaIo ho raccontanto la mia esperienza, quello che e' successo a noi e non volevo di certo generalizzare sulla scuola francese, ma quelle 4 maestre che hanno fatto danno hanno lasciato piu' il segno delle altre due bravine che hanno avuto.
Ho sempre trovato Biot un bel luogo in cui vivere, una perla preziosa della Costa Azzurra, ma il destino non ci ha portato li'! ;)
Un bacione ad Anna, non vediamo l'ora di rividervi!